L’Economia Circolare: verso una economia sostenibile

L’Economia Circolare: cos’è e le principali iniziative a livello europeo

L’economia circolare fa riferimento ad un modello di produzione e consumo che prevede il riutilizzo e il riciclo dei prodotti, in un’ottica di allungamento del ciclo di vita di quest’ultimi. Mentre nel tradizionale modello di economia lineare i prodotti vengono smaltiti una volta che il loro tempo è decorso, con il modello di economia circolare si punta al recupero dei materiali utilizzati in modo da contenere l’impiego totale delle risorse a disposizione. La necessità di questa transizione è data dall’incremento della domanda di materie prime e dalla carenza di risorse a disposizione per quanto riguarda la fase di produzione, mentre dall’altro lato riguarda le emissioni di anidride carbonica e, più in generale, l’impatto ambientale che il sistema lineare comporta.

L’economia circolare si sta affermando sempre con maggior decisione come risposta ai problemi ambientali, soprattutto in termini di riciclo e recupero delle risorse.

Nella sola Unione Europea vengono prodotti ogni anno circa 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti. Per quanto sia utopistico pensare di rallentare drasticamente la produzione di rifiuti, ciò non impedisce la predisposizione di piani a lungo termine orientati al riciclo dei rifiuti prodotti (in particolare le plastiche), nonché ad una più intensa campagna di sensibilizzazione verso questo tema.

L’Unione Europea sta procedendo proprio in questa direzione. Nel febbraio 2021, il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente “circolare” entro il 2050. Sono inoltre inclusi sia obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e sull’impronta ecologica dei materiali sia norme più severe sul riciclo dei rifiuti.

A livello nazionale, invece, il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato fondi per favorire progetti di ricerca, sviluppo e sperimentazione nell’ambito dell’economia circolare.

Economia circolare

I vantaggi dell’economia circolare

L’economia circolare si contrappone alla cosiddetta economia lineare, che segue il modello “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Un modello di economia circolare permette quindi la riduzione delle risorse da impiegare e dell’energia fossile consumata, permettendo di andare oltre la scarsità naturale che stiamo vivendo. Una transizione da un modello lineare ad un modello circolare porta alla revisione delle fasi del ciclo di vita dei prodotti, allungando la stessa e rivolgendo una maggiore attenzione verso i consumi e alle possibili esternalità negative che coinvolgono l’ambiente. I vantaggi di questo modello riguardano tutti gli agenti coinvolti, in particolare, dal punto di vista aziendale, può portare ad una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse, con una riduzione dei costi e un ridimensionamento dell’impatto ambientale. Un piano di sviluppo collettivo porta alla partecipazione di imprese di diverse dimensioni e settori, che possono sfruttare la transizione per modificare i loro modelli di business e per puntare ad innovarsi ulteriormente. Sul lungo periodo, la diffusione di un modello di economia circolare potrà portare al contenimento dei costi, sia attraverso l’acquisto di materie prime “seconde” con una maggiore durata del ciclo di vita (meno costose rispetto alle materie prime “vergini”) sia attraverso la riduzione degli attuali costi di smaltimento.

Il Ministero dell’Ambiente stima che le misure riguardanti l’economia circolare potrebbero portare a risparmi netti per le imprese fino a 604 miliardi di euro in tutta l’Unione Europea, contribuendo anche a ridurre le emissioni totali annue di CO2 del 2-4%. L’attuazione di misure adeguate per aumentare la produttività delle risorse potrebbe portare ad un aumento di quasi l’1% del PIL e alla creazione di oltre 2 milioni di posti di lavoro.

Una transizione di questo tipo richiede figure specializzate in grado di intervenire per assicurare che le varie fasi produttive abbiano un limitato impatto ambientale, mettendo in risalto le prospettive di crescita per nuovi posti di lavoro. Alcuni esempi di figure professionali in ambito di economia circolare sono, ad esempio, expert in circular economy, che svolge il ruolo di ottimizzare processi produttivi e le risorse utilizzate, prodotti e servizi. Altra figura è il product and packaging designer, che si occupa di creare prodotti e relativi imballaggi seguendo i principi del riutilizzo e del riciclo. Infine, abbiamo il product lifecycle manager, il quale ha tra i vari compiti quello di pensare e creare nuovi tipi di prodotti, individuando sia processi di produzione innovativi per la loro realizzazione sia nuovi canali di risorse e di distribuzione.

Esempi di aziende “circolari”

Vediamo ora un paio di esempi reali di aziende affermate che hanno preso determinate iniziative al fine del riciclaggio dei rifiuti.

Barilla, in collaborazione con Favini (azienda di livello mondiale nella realizzazione di specialità grafiche innovative a base di materie prime principalmente naturali) ha dato avvio al progetto “CartaCrusca”, rivolto a recuperare la crusca (derivante dalla macinazione di grano, orzo, segale e altri cereali che l’azienda usa nei propri processi produttivi), con lo scopo di riutilizzarla, assieme alla cellulosa, in una successiva lavorazione come materia prima per la produzione di carta. Dalla collaborazione di Barilla e Favini, è nato quindi un nuovo packaging realizzato in ”CartaCrusca”, sostituendo il 20% di cellulosa proveniente da albero con crusca non più utilizzabile per il consumo alimentare. Il nuovo progetto di packaging è stata utilizzato, tra l’altro, per confezionare la gift box ‘Selezione Italiana’, il cofanetto che custodisce alcuni tra i più pregiati prodotti del patrimonio gastronomico italiano selezionati da Academia Barilla.

IKEA rappresenta un’ulteriore realtà che si è mossa in termini di economia circolare. Il noto brand svedese, premiato ai Circular Economy Awards, ha dichiarato, come obiettivo prioritario per il proprio sviluppo sostenibile, di voler trasformare il proprio modello di business da “lineare” a “circolare” valorizzando il lavoro di persone e organizzazioni che si distinguono nella promozione di un’economia che riduca gli sprechi e ottimizza l’utilizzo di materie prime e risorse. In particolare, la società sta lavorando su due materiali fondamentali per i propri prodotti: il legno e la plastica. Come ben sappiamo, il legno rappresenta la materia prima della maggior parte dei prodotti IKEA e per questo aumentare la resa di ogni albero aiuta a ridurre l’impatto ambientale. Il legno processato (un tipo di legno che viene sagomato, intagliato e con incastri già previsti in fase di progettazione e tornitura, che consente un assemblaggio immediato) è un esempio di questa sfida. Si tratta di un materiale innovativo realizzato da IKEA in collaborazione con il fornitore romeno Aviva. Ad esempio, nella costruzione dei piani di lavoro, il legno processato permette, ad esempio, di ridurre del 60% il consumo di legno (risorsa che sta via via scomparendo a causa soprattutto dell’eccessiva deforestazione) per la costruzione dei piani di lavoro.

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